In questi giorni, chi più e chi meno, siamo toccati dalle misure restrittive che il Ministero della Sanità ha messo in atto per cercare di contenere la circolazione del Coronavirus.

In Veneto, Piemonte e Lombardia le misure sono più severe in quanto sono le regioni in cui hanno avuto origine i primi focolai italiani : riguardano più che altro i luoghi pubblici dove sarebbe facilitata la diffusione del virus come:

  • scuole
  • palestre
  • piscine
  • cinema
  • luoghi di aggregazione

Tutte queste precauzioni perché il coronavirus non è una normale influenza stagionale per la quale esiste un vaccino e una terapia nota, si tratta di un virus completamente nuovo pertanto nessun individuo è immune.

Coronavirus: tante misure precauzionali perché non è una normale influenza stagionale!

Il professor Pierluigi Lopalco, professore di Igiene all’Università di Pisa, sostiene che “A differenza dell’influenza stagionale, il coronavirus se nell’80% dei casi si manifesta con sintomi blandi e gestibili, nel 20% delle persone causa seri problemi respiratori tali da richiedere il ricovero. Nel 5% dei casi si arriva addirittura alla terapia intensiva” e ancora che “[…] il coronavirus non è un virus influenzale e lo si vede. Produce casi più gravi, in maniera più frequente, su persone che non hanno nessuna condizione di debolezza di salute. Non va generato il panico ma neppure banalizzato il pericolo. Certo, non è la Sars che aveva un tasso di mortalità molto alto”.

Coronavirus e misure precauzionali: la situazione è sotto controllo

La situazione è tenuta strettamente sotto controllo ed è in continuo aggiornamento dal momento in cui è stato scoperto il primo caso, l’attenzione è rivolta a tutte le persone che in qualche modo hanno avuto contatti con le persone infette e che di conseguenza sono poste in quarantena.

Se non fossero state prese le misure precauzionali poste dal Governo, con molta probabilità si potrebbe configurare uno scenario veramente drammatico con almeno il 20% degli italiani bloccati in qualche modo dalla diffusione del Coronavirus e conseguentemente sarebbe un duro colpo per la produttività dell’Italia.

Tra una decina di giorni sortiranno gli effetti di queste misure di contenimento.

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