Un recente studio suggerisce che più di 80000 casi di cancro annui solo negli USA sarebbero causati esclusivamente da una dieta scorretta (a prescindere quindi da altri fattori).

La Dott. Zang della Friedman School of Nutrition Science and Policy presso la Tufts University ha valutato il rischio di cancro associato ai diversi aspetti della dieta, sottolineando la necessità di migliorare la qualità dell’alimentazione a livello generale.

Sono stati presi in esame 7 gruppi alimentari:

  • cereali integrali
  • latticini
  • carni processate
  • carni rosse
  • vegetali
  • frutta
  • bevande zuccherate.

Questi alimenti sono stati scelti sulla base di evidenze scientifiche e ricerche già svolti sui fattori di rischio legati alla dieta.
Lo studio è stato poi effettuato distinguendo l’impatto dei cibi su diversi sottogruppi definiti in base a sesso, età ed etnia, perché su alcuni di questi gruppi l’impatto della dieta è superiore tanto da rendere necessari interventi prioritari a livello di prevenzione.

C’è inoltre un’enfasi sull’indipendenza della dieta da altri fattori di rischio, nello specifico l’obesità: l’obesità è associata a 13 tipi di cancro, ma solo al 16% degli 80000 casi annui dovuti ad una dieta scorretta. Circa l’84% dei casi è invece da attribuire al diretto effetto carcinogenico di certi cibi (3000 casi sono dovuti solo alle bevande zuccherate).
La percentuale di casi di cancro attribuibili ad una dieta scorretta è tra il 4 e il 6% del totale, come quelli attribuibili all’alcol, mentre quelli dovuti al peso in eccesso sono tra il 7 e l’8% e quelli causati dalla sedentarietà circa il 3%.

Con questi dati alla mano è possibile agire in modo mirato per diminuire l’impatto della dieta sulla predisposizione ai tumori, educando ad un’alimentazione sana ricca di vegetali e cereali integrali e con quantità ridotte di carni rosse e lavorate: con un’alimentazione migliore si interverrà di riflesso anche sui possibili casi di cancro dovuti all’obesità, soprattutto sul lungo termine.

In particolar modo, bambini abituati ad una dieta più sana avranno meno possibilità di sviluppare carcinomi da adulti.
Questi interventi non devono essere solo individuali, ma basati sull’intera popolazione agendo a livello nazionale e internazionale attraverso l’imposizione di standard qualitativi, campagne educative, sussidi statali e tassazioni più alte sui cibi meno sani.

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