L’acalasia esofagea è una patologia rara dell’esofago le cui cause non sono ancora ben conosciute; è caratterizzata dal mancato rilasciamento al momento della deglutizione della parte terminale dell’esofago.

Si manifesta con un’ipertonia dello sfintere esofageo inferiore e con l’assenza della peristalsi fisiologica a livello del corpo esofageo. Il cibo non riesce a passare nello stomaco, rimane bloccato nell’esofago e il paziente ha la sensazione di non riuscire ad inghiottire (disfagia).

Il bolo alimentare può tornare in bocca istantaneamente o anche a distanza di qualche ora dal pasto. Il paziente può anche avere dolori toracici importanti. Questa condizione determina spesso una dilatazione dell’esofago che può assumere una forma cosiddetta “sigmoidea”, con possibili lesioni al tratto terminale. I pazienti affetti da acalasia hanno un’incidenza di insorgenza di carcinoma dell’esofago cinque volte superiore alla media.

Ad oggi non esistono mezzi di prevenzione. Alcuni studi stanno cercando di capire i meccanismi genetici che possono individuare la predisposizione a sviluppare questa malattia. Il mezzo diagnostico per eccellenza nella definizione dell’acalasia esofagea è la manometria esofagea che serve per registrare l’attività pressoria delle viscere, anche se il primo approccio ai primi sintomi rimane l’esame radiografico delle prime vie digestive oppure la gastroscopia.

Tutte le terapie dell’acalasia sono volte a ridurre il gradiente pressorio dello sfintere esofageo inferiore e quindi permettere il passaggio del bolo attraverso il cardia.

La terapia farmacologica si basa su farmaci che rilassano la muscolatura liscia ingeriti mezz’ora prima dei pasti principali. E’ una terapia abbastanza efficace (si stima che rispondano inizialmente il 60-70% dei pazienti), ma che presenta rilevanti effetti collaterali come ipotensione e cefalea e nel tempo perde efficacia.

Terapie endoscopiche: iniezione di tossina botulinica nello SEI (BOTOX), la dilatazione pneumatica e la miotomia endoscopica perorale (POEM). La terapia con BOTOX è molto efficace e con rischi molto ridotti, ma ha una durata limitata nel tempo e dopo circa 6 mesi ricompaiono i sintomi. Può essere ripetuta, ma nel tempo la sua efficacia diminuisce.

Dilatazione pneumatica: viene effettuata posizionando a livello del cardia un palloncino gonfiabile ad una pressione elevate e con diametro di 30, 35 e 40 mm. mantenendolo gonfiato per 1 minuto. Il palloncino rompe le fibre muscolari circolari dello sfintere esofageo inferiore e ne diminuisce la resistenza al passaggio del cibo.

L’intervento di miotomia extramucosa con plastica anti reflusso secondo Heller viene eseguito per via laparoscopica . Il paziente è operato in anestesia generale.
La miotomia secondo Heller rimane l’intervento di riferimento nel trattamento dell’acalasia, con un successo a 5 e 10 anni intorno al 90% e 85%, rispettivamente .
È un intervento con ridotti rischi: il più frequente è quello di una perforazione della mucosa, che però nella maggioranza dei casi viene identificata e riparata durante l’intervento.

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