La sindrome metabolica è una malattia multifattoriale costituita da obesità “centrale”, intolleranza al glucosio (prediabete), ipertensione arteriosa e ipertrigliceridemia.


È pertanto opportuno rivedere i criteri diagnostici attuali e le caratteristiche cliniche di questo quadro morboso. Nel 2005 la IDF (International Diabetes Federation) ha riesaminato i criteri diagnostici e ha indicato i seguenti requisiti una circonferenza vita oltre 94 cm nei maschi e oltre 80 cm nelle femmine, associata ad almeno altri 2 fattori:

  • glicemia a digiuno oltre 100 mg/dl Emoticon smile IFG Impaired Fasting Glucose)
  • ipertensione arteriosa (valori oltre 130/85 mm Hg o terapia in atto con farmaci ipotensivi)
  • ipertrigliceridemia con valori sopra i 150 mg/ dl.
  • Patogenesi della sindrome metabolica

Il primum movens della sindrome è senza alcun dubbio l’obesità e marcatamente l’obesità viscerale. Tutti gli studi sull’argomento negli ultimi 25 anni hanno ben documentato lo stretto rapporto obesità-insulinoresistenza-iperinsulinemia e come l’alto livello di insulina circolante sia la causa delle altre alterazioni metaboliche.

Incidenza e prevalenza

In Italia la prevalenza della sindrome metabolica nella popolazione di età 35-74 anni è del 23% (dati dell’Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare). La prevalenza aumenta da Nord (20%) a Sud (28%). Nei diabetici di tipo 2 la prevalenza raggiunge il 90%.

Terapia

La terapia principale è il dimagramento. Un regime dietetico moderatamente ipocalorico e ipolipidico associato a una regolare attività fisica può disinnescare il meccanismo patologico di moltiplicazione del rischio cardiovascolare.
L’obiettivo è quello di raggiungere un rapporto peso-altezza (BMI Body Mass Index = PESO diviso ALTEZZA AL QUADRATO) pari o inferiore a 25.
Il paziente deve essere edotto che la perdita di peso deve essere lenta e costante. È inoltre necessaria una attenta e puntuale terapia farmacologica il cui scopo è quello di normalizzare tutti i parametri alterati: pressione arteriosa, livello di colesterolo e trigliceridi, glicemia e ove necessario uricemia.

Prevenzione

La prevenzione della sindrome è la prevenzione del sovrappeso e della obesità. Uno stile di vita corretto, con un giusto equilibrio fra calorie introdotte con il cibo e calorie consumate con l’attività fisica quotidiana, dovrebbe essere il primo obiettivo di insegnamento di genitori, educatori e operatori sanitari nei confronti dei giovani; soltanto la consapevolezza della pericolosità insita nel sovrappeso, che rappresenta la porta di ingresso di numerose patologie metaboliche, può portare a comportamenti e stili di vita corretti.

Un grande aiuto alla prevenzione può venire da una regolare attività fisica di tipo aerobico: camminare di buon passo almeno 40 minuti al giorno non solo è un ottimo modo per prevenire l’incremento del peso, ma è altresì documentato che un regolare esercizio quotidiano, di tipo aerobico, migliora notevolmente la sensibilità all’insulina; così come, al contrario, la sedentarietà comporta un aumento della insulinoresistenza. In definitiva ciò che è richiesto per prevenire questa sindrome è uno stile di vita sano: una alimentazione equilibrata, un efficiente controllo del peso corporeo (associato alla misurazione della circonferenza addominale), una semplice ma regolare attività fisica sono gli indispensabili fattori che possono sconfiggere la malattia.

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